venerdì 9 febbraio 2007

Testi citati per serata a Soprattuttolibri

“Che opera d’arte è l’uomo! Com’è nobile in virtù della ragione! Quali infinite facoltà possiede! Com’è pronto e ammirevole nella forma e nel movimento! Come somiglia a un angelo, per le azioni, e a un dio per la facoltà di discernere! E’ la bellezza del mondo e il paragone degli animali!”

da Amleto di William Shakespeare, 1601


“un dato demolisce qualsiasi possibile riserva mentale sull’esistenza di babbo natale: nemmeno la slitta di Gulliver potrebbe trascinare 8 miliardi di dollari di regali. Questo il giro di affari del Natale laico occidentale, mentre la spesa ONU per l’assistenza umanitaria e operazioni di “peace keeping” in tutto il mondo di circa 4 miliardi di dollari, la metà del monte-regali. Noi italiani facciamo la nostra parte spendendo circa 14 milioni di euro in regali”

da Il Rosso Fiorentino, Camilla Lattanti, dicembre 2004

“Come turista anche per lavarmi i denti ero costretto a non usare l’acqua normale, perché sennò andavo in diarrea, la classica vendetta di Montezuma che colpisce noi occidentali. Quando andavo giù alla bottega dovevo prendere le bottigliette da 0,75 di, come la chiamano loro aqua purificada e che costava tre pesos. Una bottiglietta di coccola da 0,75 in vetro costava un peso. Con due pesos gli abitanti si prendevano due tacos, che sono due tortillas con la carne in mezzo. Ho visto scene in cui dentro i biberon dei neonati c’era la coccola. Cioè, siccome non avevano i soldi per l’aqua purificada, gli dovevano dare da bere quella merda, che però almeno non gli faceva correre il rischio di prendere delle malattie tipo il colera.”

da Cartoline Zapatiste di Luca “Zulù” Persico, 2002

Come festa pagana-neocapitalista il Natale sarà comunque sempre atroce. E’ un ersatz – con gli week-end, e le altre feste affini – della guerra. Nasce in questi giorni una psicosi che è decisamente bellica. L’aggressività individuale si moltiplica. Aumenta vertiginosamente il numero di morti. E’ una vera strage. Si dice: molti Vietnam. Mai i molti Vietnam ci sono. Appunto, in queste occasioni festive: in cui la festa è l’interruzione di un’abitudine allo sfruttamento, alla alienazione, al codice, alla falsa idea di sé: tutte cose che nascono dal famoso lavoro, che è rimasto quello cui inneggiavano i cartelli nei campi di concentramento di Hitler. Da tale interruzione, nasce una falsa libertà, in cui esplode un arcaico istinto di affermazione. E ci si afferma, aggressivamente, attraverso una feroce concorrenza, facendo nel modo più medio le cose più medie.

Sì, è una nota terribile al Natale, che ho fatto. E non ho nulla da concedere a niente. Niente bonarietà. Niente addolcimenti. Le cose stanno così. E’ inutile nasconderlo, anche poco.

da Festività e Consumismo di Pier Paolo Pasolini, 1969